Che la mia vita sia condizionata dal mondo del cinema si può
intuire con facilità dal numero di situazioni nelle quali mi ci sento dentro, a
una pellicola che ho apprezzato particolarmente.
• se vedo un jeans attillato indossato da una ragazza rotondetta, il pensiero va allo zoccolo di cammello (The Weather Man)
• se vedo un jeans attillato indossato da una ragazza rotondetta, il pensiero va allo zoccolo di cammello (The Weather Man)
• se in treno il panorama è meraviglioso, non
mi faccio condizionare dalla polvere sul vetro o dalla scritta “do not throw
objects from the window” (Santa Maradona)
• se in strada mi vengono incontro persone
sorridenti a intervalli regolari, nessuno mi toglie dalla testa che siano comparse
mandate sul set (The Truman Show)
• se nel giro di mezz’ora vedo un paio di
volte un ragazzo roscio, una ragazza e un cane, temo di essere psicopatico (A
Beautiful Mind)
• se vedo una tana di formiche la brucio con
l’accendino, “me sta sulle palle” (Al Lupo, al Lupo);
• se vedo tre amici con un’identica felpa
rossa, il richiamo a Ben Stiller e figli è automatico (Tenenbaum)
• quando ho la febbre a 37, penso a cosa direbbe
Leonardo di fronte a quel termometro (Non ci resta che piangere);
• se in un Ufficio Pubblico mi viene chiesto
di compilare un modulo, non posso non cominciare con “Io sottoscritto, nome
cognome, indirizzo, eccetera…” (A Ovest di Paperino)
• se la donna con la quale sono a letto mi
sussurra “Se facciamo l’amore, domani starò di merda” mi viene da rispondere “A
me sta bene” (Hotel Chevallier)
• se segno sulla rubrica “Foro Italico” mi
viene da aggiungere “Italico Foro” (Un sacco bello)
• quando sento dire “Ti stimo molto” visualizzo
la faccia di Giorgio Pasotti (Volevo solo dormirle addosso)
• se un autoarticolato mi fa due volte i fari
e mi dà di clacson, ahia…(Duel)
• quando faccio una smorzata, una vocina
dentro mi chiede “Ma chi sei, Panatta?” (Che ne sarà di noi)
• quello con la fascia rossa in testa, quand’è
che mi guarda e mi chiede “Un colpo solo?” (Il cacciatore)
• alla libreria“Rizzoli” di New York, sulla
57esima, ci si va solo per incontrare Meryl Streep (Innamorarsi)
• quando mi chiedono, e succede spesso, “Perché
fai così?” rispondo sempre “Fammici pensare” (Il treno per il Darjeeling)
• quando ho scoperto di essere stato tradito,
ho detto le stesse gentili parole rivolte da Clive Owen a Julia Roberts
(Closer)
• e quante volte ho sperato di poter cancellare
una donna dalla mia memoria… (Eternal Sunshine…)
• se mi chiedono che lavoro faccio, la
tentazione di rispondere “elaboro progetti e strategie di comunicazione atti
alla diffusione di notizie inerenti la dimensione socio-politica della
pallacanestro italiana con esplicito riferimento al movimento donne” quando la
risposta corretta sarebbe “metto i tabellini della Nazionale Femminile” (Tre uomini
e una gamba)
• le rare volte in cui vinco una partita alla
PS4, ora mi è naturale guardare il mio avversario e pensare “Voleva vince lui,
mavvaffanculo va” (Cado dalle Nubi)
• dalla roulette di zingari parcheggiata a Viale Marconi, prima o poi esce Brad Pitt (Snatch)
• dalla roulette di zingari parcheggiata a Viale Marconi, prima o poi esce Brad Pitt (Snatch)
• l’ho detta, ok, un paio di volte la frase
“non si va in giro a essere meravigliose se non si è disponibili” (Forget
Paris)
• quando sento l’inno americano, la testa va
per forza di cose a Enrico Pallazzo (Una Pallottola spuntata)
• all’estero, una zuppa è sempre un po’ speziata
(Marrakech Express)
• se la bottiglia è lontana dalla mia
portata, prima di chiedere a qualcuno di passarmela, provo tra me e me… “Vieni
qua, a te che te costa? (Ricomincio da tre)
• se mentre mi parli leggi il menu che è
scritto dietro di me, tu sei Kaiser Soze (I Soliti Sospetti)
• quando alla fine di una riunione, importante, qualcuno chiede se ci sono domande, non lo posso fare ma la
tentazione di alzare la mano per dire “Ma le famose armi di distruzioni di
massa di Saddam Hussein, che fine hanno fatto?” ce l’ho. Sempre.
(Andata+Ritorno)
• lamentarsi la sera al letto, da soli, fa
molto Harry (Harry ti presento Sally)
• se incrocio un nano, mi sento in Belgio (In
Bruges)
• in un silenzio imbarazzato, tra amici, “E se io mi
suicidassi” ci sta sempre bene (Ecce Bombo)
• la terza volta che non mi funziona la carta
di credito, controllo che non mi abbiano infilato un microfilm nella busta
della Coop (Nemico Pubblico)
• al ristorante, al quarto giro di tavolo di
tre bambini indemoniati, come fai a non pensare di dire ai loro genitori,
peraltro noncuranti, “ma du' schiaffi no, eh? (Manuale d’Amore)
• quando la mattina suona per tre giorni di
fila la stessa sveglia, è il giorno della Marmotta (Ricomincio da capo)
• al sesto piano di scale, col fiatone, mi
sento molto Robert Redford (A piedi nudi nel parco)
• decido di fare una cosa ma poi momento cambio idea e faccio l’esatto contrario, che cos’è se non una Kansas
City Shuffle? (Slevin–Patto Criminale)
• McDrive, cassiere sorridente sulla
quarantina. Massimo rispetto per la tua conversione, Kevin Spacey (American
Beauty)
Penso di aver dato l’idea, pure troppo, di
quanto sia impicciato col cinema: ora, visto che ho sbagliato quasi tutto in questi
primi 46 anni, avete mica notizie di Marty McFly?