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lunedì 5 dicembre 2011

Bye bye Halloween e l'assassino del conte

Sarà perché il 4 novembre eleggeranno (speriamo) un presidente che poi cercheranno di uccidere nel giro di qualche settimana, sta di fatto che tutto quello che riguarda e arriva dagli Stati Uniti (Brandon Jennings a parte) mi dà sui nervi. Aggiungeteci la più devota avversione a tutte le festività di questo mondo e capirete perché per me Halloween è esattamente come la corazzata Potiomkin quando ottenne 92 minuti di applausi.

Cioè, vorreste convincermi del fatto che io il 31 ottobre dovrei essere contento di festeggiare con la zucca, le maschere, i denti di Dracula, i dolcetti e gli scherzetti per una festa che è solo ed esclusivamente americana? Ma che me rappresenta? E il Giorno del Ringraziamento, allora, non ce lo mangiamo un bel tacchino? E il 4 luglio mica andremo a lavorare? E come no?

Senza ipocrisie, sono pure io un figlio dell'NBA, di McDonalds e di Happy Days, di Robert De Niro e Miles Davis, dell'america', facce Tarzan insomma... però da qualche anno ho cambiato percezione rispetto a quello che mi piove da un Paese che si arroga il diritto di esportare il proprio modello di democrazia nel mondo ma 50 anni fa si è ucciso il proprio Presidente della Repubblica, peraltro regolarmente eletto dal popolo americano. Ah no, scusate, mi sono confuso: è stato quel buontempone di Lee Oswald, come mi hanno insegnato a scuola...

Ecco perché ora mi sta sul cazzo pure il Generale Custer, pure il Dream Team ha perso il suo fascino ed ecco perché non sopporto Halloween. Che peraltro detesterei pure se arrivasse dall'Australia, in quanto festa comandata. E io raramente amo obbedire.

Sono troppo italiano?

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