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lunedì 5 dicembre 2011

Schegge/1: Scommettiamo che...

Non aveva alcun motivo per non fidarsi di Evita, Alessandro. Ok, lei aveva impiegato otto mesi, invece che gli otto giorni promessi, per lasciare Davide (il fidanzato storico) ma tutto ora sembrava sistemato e i mesi precedenti, che a un primo sguardo sembravano delineare la figura inconfondibile del coglione, ora apparivano come un passaggio doloroso ma inevitabile verso la felicità eterna.

Storie di week-end trascorsi da Alessandro a insultarla via sms, quando lei spegneva il cellulare e faceva la fidanzata fedele. Storie di lunedì in cui Evita lo ammansiva con estrema facilità e quindi ci si ritrovava a fare gli amanti in qualche mesto albergo del padovano. Il resto della settimana trascorreva in attesa del week-end e del lunedì successivo, tra maledizioni e amplessi di inferiorità. Un vero amore, insomma, tanto più che lei aveva chiesto ad Alessandro di non uscire con altre donne e lui a parole si era pure ribellato ma poi nei fatti si era sottomesso: "Siamo già in tre in questa storia e siamo già troppi, io amo solo te ma mi devi solo dare del tempo", gli diceva. Lui il tempo gliel'aveva dato, più di quanto lei ne avesse richiesto, insieme a tante altre cose e verso Pasqua arrivò la svolta tanto attesa. Evita a sorpresa mollò l'uomo ("non lo amo e non ci vado a letto ma ho tanta paura di ferirlo...") e gli chiese di giocare il jolly: "Vengo a Roma per conoscere i tuoi". Così accadde: il lieto fine non veniva neanche quotato dai bookmakers ma Alessandro manteneva sinistri presagi.

Non aveva alcun motivo per non fidarsi di Evita, a pensarci bene, anche se lei aveva già spedito al manicomio una quindicina di ex: una settimana dopo Alessandro scese a Roma per sostenere l'esame più importante della sua vita, quello per il tesserino di giornalista. In treno, metà pomeriggio, la chiamò e la sentì strana.

Ale: "Cosa hai?"
Evita: "Nulla".
Ale: "Stasera Davide gioca vicino casa tua, lo vai a vedere?"
Evita: "Ma sei matto, perché dovrei?"
Ale: "Non lo, so, chiedo..."
Evita: "Assolutamente no, non capisco neanche come tu l'abbia pensato"
Ale: "Boh, ho un sesto senso, mi ci giocherei una pizza che ci vai".
Evita: "Finiscila, ora ti saluto perché non mi sento bene, provo a dormire un po'".

Passarono le ore e lui verso le dieci finì di ripassare e la chiamò. Spento. Alle 23, suonava a vuoto. Alle 00.30 spento. Alle 00.34 spento. Alle 00.39 spento. Alle 00.59, a vuoto. Alle 1.23, spento. Alle 2.35, a vuoto. Alle 3.52 il cellulare di lui si illuminò, un sms. Non era Dracula, era Evita: "Ti devo una pizza...".

La mattina dopo Alessandro, senza aver dormito un minuto, si recò controvoglia all'Hotel Ergife e superò brillantemente la prova scritta, forse perché di quell'esame non gliene poteva frega' di meno. Evita tornò con Davide per un anno e poi lo mollò per un altro, Alessandro invece diventò giornalista qualche mese dopo. E ancora aspetta quella pizza...

PS. Nella puntata di oggi il personaggio di Alessandro verrà interpretato da Giancarlo Migliola. Ed Evita, a conti fatti, era voce del verbo...

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