Cerca nel blog

lunedì 5 dicembre 2011

Nicholas Cage, ora però basta!

E' diventato faticoso negli ultimi tempi trovare film che mi prendano. Fisiologicamente, dopo l'accaparramento selvaggio di tutti i dvd che mi sembravano meritevoli di attenzione, riconosco di essere un po' alla canna del gas. Bei tempi, quelli in cui scoprivo "Snatch" e mi tuffavo su "Lock and Stock" per conoscere meglio Guy Ritchie prima che Madonna gli succhiasse (anche) il cervello.

Ora, invece, le incursioni da Ricordi, Feltrinelli e Mondadori sono affannate: una copertina originale è sufficiente per catturare l'attenzione e invogliarmi all'acquisto ma i risultati sono deludenti, il più delle volte. Certo, se mi appassionassi alla fantascienza, agli horror e alla pornografia mi si aprirebbero mercati inesplorati ma almeno per le prime due categorie continuo a non provare alcun interesse.

Nell'ultimo week-end di abbrutimento trascorso integralmente tra le mura domestiche, ho concesso due opportunità a dvd comprati da mesi ma che finora avevo sempre guardato con diffidenza (ci sarà stato un motivo, no?). "Magnolia", il primo: sedotto dai film circolari per merito dell'incantevole "Crash", sono stato abbandonato da 187 minuti di gente in coma, malati terminali e pioggia di rane. Non una schifezza assoluta, a dire la verità, ma di memorabile rimane solo l'omelia di un convincente Tom Cruise nelle vesti di un predicatore maschilista: "Rispettate il cazzo, domate la fica" il suo condivisibile incipit.

Il peggio però doveva ancora arrivare, grazie a "Via da Las Vegas". Tra me e Nicholas Cage vige lo stesso rapporto che c'è tra mia sorella Roberta e il caffè. Dopo anni nei quali, all'uscita di ogni bar, l'ho sentita commentare con una smorfia dipinta sul viso: "Mamma mia, che schifo di caffè" mi sono permesso di farle notare che forse non le piaceva proprio il caffè. Con Cage è lo stesso: a parte "The Weather Man" ho sempre avuto la sensazione che ogni film nel quale lui era protagonista sarebbe stato migliore con un altro interprete al suo posto. "Bello il film, ma Cage non mi è proprio piaciuto", il commento più gettonato.

Probabilmente perché non mi piace lui come attore, come a Roberta fa schifo il caffè, non è una questione di bar. Bene, in "Via da Las Vegas" Cage interpreta un disperato che si abbandona all'alcol e si trasferisce a Las Vegas per spendere i suoi ultimi soldi e lasciarsi morire. Lì incontra una prostituta più disperata di lui e nasce un rapporto malato. Il film inizia con Cage completamente ubriaco che barcolla per i casinò di Las Vegas farneticando (ma uno confida che poi la trama si evolva), si snoda con Cage completamente ubriaco che barcolla per i casinò di Las Vegas farneticando e finisce con Cage completamente ubriaco che barcolla per i casinò di Las Vegas farneticando. L'espressione del viso è sempre la stessa, dalla locandina ai contenuti extra, anche quando lei (che è meravigliosa) prova inutilmente a concedersi.

Ora, dipenderà anche dal fatto che sono completamente astemio, che non mi sono ancora intrattenuto con donne di facili costumi e che il flipper per me rappresenta l'espressione più temeraria del gioco d'azzardo, sta di fatto che mi sono fatto due palle così. Come diceva Massimo Troisi rispetto alle poesie ermetiche, ogni tanto per movimentare la scena "mettici un cavallo, una cosa, una guerra". Meno male che il giorno dopo mi sono rifatto dopo con "Vanilla Sky", che in effetti mi era sfuggito negli anni scorsi. Ma sto raschiando il fondo del barile, mi sa. Però basta Nicholas Cage. Basta. Anche se questa scena tratta da "The Weather Man" è proprio notevole.

"...I remember once imagining what my life would be like, what I'd be like. I pictured having all these qualities, strong positive qualities that people could pick up on from across the room. But as time passed, few ever became any qualities that I actually had. And all the possibilities I faced and the sorts of people I could be, all of them got reduced every year to fewer and fewer. Until finally they got reduced to one, to who I am. And that's who I am, the weather man".

Nessun commento:

Posta un commento