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lunedì 5 dicembre 2011

Jeans nello stivale, ora BASTA!

Ho tre importanti comunicazioni, allo scadere esatto della campagna elettorale.

1. Se vince quello per cui Mangano è un eroe ed è alleato con quelli che fanno i riti medievali nei comizi, io da lunedì chiedo ufficialmente il passaporto norvegese. E non scherzo. Altri cinque anni con quello a rappresentarmi in giro per il mondo, non ce la faccio proprio.

2. L'ho deciso oggi, ufficialmente, dopo aver visto il tedoforo argentino che nel centro di Buenos Aires, circondato da 300 poliziotti dei corpi speciali, elargiva sorrisi come se nulla fosse evitando le secchiate d'acqua (acqua, sì?) che gli venivano lanciate dai due lati della strada per spegnere la fiaccola. Era dai tempi di Giochi senza Frontiere che non vedevo una roba così divertente, in pieno spirito olimpico tra l'altro. In ogni caso ho deciso, non andrò alla cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Pechino. E' un'ammazzata, tra l'altro, e poi mi associo commosso alla solidarietà per il Dalai Lama e per i monaci tibetani (le cui casacche, tra l'altro, sono pure giallorosse).

3. Da oggi mi rendo promotore per l'Italia della campagna di sensibilizzazione contro il blue jeans infilato nello stivale, una piaga che negli ultimi mesi ha investito tutta l'Europa del Sud e che a mio avviso rappresenta niente altro che un caso di doping estetico (come testimoniato dalla foto qui a fianco), alla stregua dell'ovatta nel "pacco" e delle spalline che negli Anni 80 ci hanno resi tutti piccoli Ivan Drago. Chi fosse interessato ad aderire al movimento, è pregato di contattarmi sul blog. Grazie e arrivederci, vi aspetto a Oslo.

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