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lunedì 5 dicembre 2011

L'importanza delle parole

Che le "parole siano importanti" lo penso da prima che ce lo urlasse Nanni Moretti in "Palombella Rossa", da prima che nel 2000 diventassi giornalista. Lo penso ancora di più nel febbraio 2009, quando le parole vengono buttate lì, senza tanto starci a pensare, tanto per "smarmellare". E invece no, non va bene, ogni parola ha un suo significato, che va rispettato, omaggiato, protetto. Io nel mio piccolo in questi anni l'ho fatto e allora capita che ancora oggi mi accanisca telefonicamente con chi, ad esempio, mi dica che la sua storia d'amore "complessivamente non va male" pure se gli piace parlare 24h con un altro. E non mi avveleno solo se la cosa riguarda me, è proprio un affare linguistico. Altri esempi? Eeeee azione

1. Febbraio 2002, io ed Enrico cerchiamo affannosamente un posto in cui mangiare nella campagna di Castel Maggiore. Alle 14.01 entriamo in un self service chiamato "Tavola Amica", l'orario di chiusura indica le 14.00 ma i tegami al di là del vetro sono ancora pieni di cibo: i cuochi e gli inservienti stanno mangiando, uno di loro si alza, viene verso di noi e con fare scocciato ci dice che è chiuso. Timidamente, facciamo notare che non vogliamo piatti caldi ma semplicemente prendere dal self service le cose già pronte. Tassativo, il cuoco: "Siamo chiusi, mi dispiace" mentre ci accompagna alla porta. Io ed Enrico, due code tra quattro gambe, facciamo per andarcene ma la fame mi genera una reazione. Così mi giro e prima di sparire nel nulla (ovviamente lì non siamo più tornati) gli dico: "E voi sareste Tavola AMICA? E se eravate Nemica? Almeno cambiate insegna, per favore, questa è pubblicità ingannevole". Tavola Amica, come no?

2. Lasciamo stare che il cinese che ha aperto un centro benessere a San Paolo pare abbia ricevuto una denuncia per molestie sessuali: voglio dire, ci può anche stare, e poi con me non ci ha neanche mai provato (tanto che la prima volta ci rimasi anche male, devo ammettere): il problema è che la sua insegna "Benessere" fucsia su sfondo viola (cromaticamente ho visto di peggio solo con la maglietta dello Steaua Bucarest) non corrisponde a quanto succede nella sua stanzetta bianca riscaldata da un "Pinguino" rumorosissimo. Sulla vetrata esterna la lista scritta a penna delle malattie che è in grado di alleviare/curare: emicrania, sciatalgia, pubalgia, emorroidi, nausea, problemi di circolazione, ipertensione, dolori mestruali, dolori articolari, gomito del tennista, fuoco di Sant'Antonio, alluce valgo, forfora, cellulite, metabolismo lento, vene varicose. Ricordo che la prima volta che entrai gli dissi che a parte i dolori mestruali per il resto sentivo di avere tutto e che quindi aveva ampio raggio di azione: ricordo due sedute dolorosissime di Digitopressione (sta cazzo di Digitopressione, aggiungerei) e ricordo anche che dopo la mia operazione all'occhio, ravvisando un gonfiore, voleva infilare un bastoncino di legno sotto la palpebra per rimuovere le lacrime (e probabilmente anche l'occhio). Benessere...

3. Se avete avuto la fortuna di viaggiare con Trenitalia, oltre ad apprezzare gli eufemismi, saprete che nel caso in cui il vostro Eurostar ritarda di 25 minuti avete diritto a un rimborso pari al 30% del biglietto. Questo vuol dire che se un treno accumula più di 40-45 minuti e pensano di non poterlo "recuperare" lo declassano direttamente a "carro bestiame" e iniziano a dare la precedenza anche alle macchine ferme ai passaggi a livello. Al contrario, se il ritardo staziona (!!) intorno ai 30 minuti possono anche investire una mamma con carrozzina al seguito per cercare di recuperare 6 minuti e far risparmiare l'azienda. Sta di fatto che un anno fa mi è arrivato a casa un BONUS di 85 euro. Bello, no? Sia per i soldi, sia per il concetto di BONUS, parola che ti rallegra perché ti migliora la vita. Bene, due settimane dopo ho utilizzato il BONUS per comprare un biglietto Roma-Terni, costo 8 euro. Mi è stato detto che ne avrei persi 78, perchè il BONUS andava utilizzato in un solo colpo. "Vattene in prima, no?", fu il consiglio del bigliettaio, al quale risposi "No, sai che c'è, famme direttamente un Roma-Istanbul così li spendo tutti. Arrivo lì e torno in aereo". Alla fine ho risolto, acquistando un biglietto di 55 euro e un Roma-Bologna fittizio aperto fino al 31 gennaio. Il 31 gennaio sono andato in biglietteria per farmi prolungare il periodo, visto che il biglietto non era stato utilizzato, operazione costata 3 euro (perchè?). Stamattina ho cercato di acquistare un Roma-Bologna utilizzando il mio biglietto e aggiungendo solo il supplemento Eurostar. "Non se po' fa, devi anna' solo con un espresso", mi è stato detto. Si chiama BONUS, in effetti, ma per utilizzarlo rischi l'infarto ogni volta...

4. La scorsa settimana ricevo una telefonata di una persona intenzionata a mettere pubblicità su Tripladoppia.com. Premetto, telefonata squisita da parte di una persona molto competente, che non conosco ma che mi ha suscitato subito simpatia. "Mi presento, sono....... Io non mi occupo del brand vero e proprio perché la mission dell'azienda prevede un asset molto verticale. Io gestisco l'e-commerce, quindi non ho a che fare con l'endorsement". L'ho interrotta, a quel punto, ammettendo che avrei dovuto capire tutto ma che invece non avevo capito un cazzo e che quindi avevo bisogno di un incontro faccia a faccia (face-to-face meeting) per decodificare il tutto, anche con l'ausilio di disegni. Un dirigente della stessa azienda lo scorso anno mi incrociò a un evento organizzato (splendidamente) da loro e mi chiese: "Ti piace davvero? L'abbiamo voluto molto lifestyle". E io: "Ah sì? E l'alternativa quale sarebbe stata?". E lui: "Sportswear". E io: "Ah". Italiano no, eh?

E allora perdonatemi, preferisco il mio amico Bebbo che le parole invece di buttarle nel cesso le risparmia. "Gianca, chissà che c'ho, mi sento che me se chiudono gli occhi, è una sensazione strana...". "Bebbo, sarà che sono le 5.40 di mattina, penso che si chiami SONNO". E che ci vuole tanto...

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