Cerca nel blog

lunedì 5 dicembre 2011

Tutto fumo, poco terremoto

Oggi, ore 16.38: Roma, parrucchiere unisex Ivano, quartiere San Paolo.

Una signora sulla sessantina discretamente leopardata aspetta il suo turno accanto a me sfogliando riviste di gossip. Entra il barista con i caffè e con fare gentile li offre ai clienti in attesa, iniziando proprio dalla suddetta signora.

Ivano, scherzoso: "Cla', mi raccomando, non fa' troppo il simpatico con la signora..."
Barista, imbarazzato: "Ma scherzi, non mi permetterei mai, poi con una signora così...".
Leopardata, inferocita: "A coso, guarda che a me fino a poco tempo fa me fumava!".

Per completezza di informazione, va aggiunto che pochi minuti prima la signora in questione, nello sfogliare Eva Tremila, si era rivolta a me per chiedere conferma riguardo a una sua recente impressione: "A me quelle del Grande Fratello de quest'anno me sembrano tutte delle gran mignotte". Avevo annuito, abbozzando un sorriso. Mi sembrava una informata, in materia. Inoltre, alla domanda di Ivano "E i nipotini, come stanno?" la risposta era stata "Lascia sta', so' du' cacacazzi".

E' anche con queste perle della duchessa di Kent che si alimenta la mia soddisfazione per essere tornato a vivere a Roma. Due giorni a settimana vado a lavorare in Federazione: attraverso a piedi il centro in simbiosi con l'Ipod (Colosseo, Via dei Fori Imperiali, Via del Corso fino a Piazza del Popolo), mi innamoro platonicamente di una quindicina di ragazze per volta (italiane, straniere, sole, accompagnate, non importa) e mi godo la mia città. La mia città. Due sabati fa, alle 7.40 di mattina, sono stato svegliato dal terremoto: una scossa forte, quarto grado della scala Richter, che mi ha fatto temere il peggio nel caso in cui l'epicentro fosse stato molto distante. Mi sono alzato e ho acceso subito la radio, il tam tam delle telefonate era già partito. Questa la prima, da voce assonnata: "Oh, mo' ce se mette pure il terremoto a rompe er cazzo er sabato mattina". La polemica sulla calamità naturale, un copyright tutto capitolino. Sono felice di essere tornato a Roma, perché è la cosa più bella del mondo: l'importante è non concentrarsi sulla scrittina del vetro, come dice Libero.

Ps: oggi il prezzo di un barile di petrolio è schizzato a 117 dollari. Mi chiedevo: ma dipenderà mica dal costo del barile? Di che è fatto? Magari il petrolio in sè non è aumentato...

Nessun commento:

Posta un commento