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lunedì 5 dicembre 2011

"Ha qualche sospetto...?"

La procedura di check-in, sempre la stessa, ma il fatto che si svolga alle 7.50 di mattina rende i miei tempi di reazione più dilatati. “Imbarca un bagaglio?”, fa lei e a me verrebbe da rispondere “Ce provo”, come Nino Manfredi improbabile stregone quando Alberto Sordi gli chiede se è davvero ha imparato a far piovere per far cessare la siccità. Il volo scorre tranquillo, a parte il fatto che come sempre a Palermo c’è la galleria del vento permanente e così l’aereo trova il suo assetto orizzontale a 20 metri da terra. Anzi, dal mare, perché la terra la vedi un secondo prima dell’atterraggio, mica prima.

Recupero il bagaglio ed esco dall’aeroporto, prima di salire in macchina decido di prendere la telecamera dal trolley perché mi viene detto che nel quartiere dove stiamo andando sono piuttosto sensibili all’hi tech. Mi viene in mente quella volta che andai a San Severo per assistere alla partita di addio di Walter Magnifico: stavo per parcheggiare il mio New Beetle fuori dal palazzetto quando uno degli organizzatori mi invitò a utilizzare il parcheggio interno: “No, per carità, che qui sono appassionati di macchine…”. Ma come appassionati, non si chiamano ladri? Vabbè, torniamo a noi.

Apro il trolley e nel marasma di felpe, calzini, superbasket, la telecamera non c’è. Tremo al pensiero di essermela dimenticata, particolare che renderebbe inutile il mio viaggio a Palermo, ma poi l’occhio mi cade sulla cerniera. Forzata. E telecamera rubata, da appassionati di cinema di San Severo probabilmente. Rientro subito in aeroporto e sporgo (!!) denuncia ai Carabinieri: non sfondo una porta aperta raccontandovi le estreme difficoltà dei due (un uomo e una donna) a redigere il verbale al computer, spesso per la sinistra tendenza a confondere il tasto INS con CANC. Il carabiniere maschio tende a precisare che a Roma questo vizietto non se lo vogliono togliere, scagionando così tutti i possibili sospetti palermitani, poi arriva la domanda alla quale non riesco a rispondere con calma: “Ha qualche sospetto?”.
Beh, sì, la tipa del check-in di stamattina aveva una faccia poco raccomandabile, in realtà la mia risposta è “Sì, tutti quelli che lavorano all’aeroporto di Fiumicino e tutti quelli che lavorano all’aeroporto Falcone-Borsellino” (che tra l’altro si saranno rigirati nelle tombe all’unisono).Il paradosso è che ti rubano un oggetto in un’area teoricamente protetta e invece la denuncia è iper-generica, come se la videocamera te l’avessero scippata in autobus. Ovviamente non è previsto alcun tipo di rimborso perché il bagaglio andava assicurato.
Altrimenti ci sta che qualcuno lo apra e ti rubi qualcosa, non puoi mica pretendere che ti venga riconosciuto il danno procurato. Stronzo io, direte voi, a imbarcare una videocamera col bagaglio. Vero, anche se con i low cost mi è capitato di avere problemi col peso del bagaglio a mano. Rapporto difficile il mio con la bilancia, d’altronde, e anche fuori dagli aeroporti ed ecco perché da lunedì scorso mi porto la denuncia nel portafoglio. Ho i miei sospetti, come l’ispettore Derrick…

PS. Scrivo sul treno Roma-Vicenza: una signora mi ha appena fatto notare che l’auricolare dell’Ipod mi era caduto a terra e rischiava di essere calpestato: mi giro e la ringrazio, lei sente il dovere di aggiungere (per non correre il rischio di sembrare troppo gentile): “Te l’ho detto perché ho visto che sei della parrocchia mia, se eri della Lazio mica te lo dicevo”. Per la cronaca, stavo leggendo “Il Romanista”. Numero uno.

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