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lunedì 5 dicembre 2011

Paolo e Luisa, la strana coppia!

Archivio il filone relativo alla faMigliola con quattro aneddoti illuminanti che hanno visto protagonisti Paolo e Luisa, i miei genitori.

Paolo e Luisa fanno media, sommandoli e dividendo per due si ottengono due persone normali.

Luisa si ricorda la data della comunione della figlia di sua cugina di secondo grado che non vede dal 1972, Paolo si ricorda a malapena quanti figli ha.

Luisa è discreta, parla a bassa voce e non ama stare al centro dell’attenzione. Paolo chiama la Rai per lamentarsi di Luca Giurato tutte le settimane e può socializzare in 30 secondi netti.

Luisa vanta il primato europeo indoor delle preoccupazioni inutili: ogni occasione è buona per stare in pensiero, per generare e trasmettere ansia. A Paolo (apparentemente) scivola tutto addosso, conta solo quello che fa la Roma e che il pranzo sia pronto alla solita ora.

Luisa è la miglior cuoca del mondo, via Colossi ha ospitato e ancora ospita cene memorabili. Paolo fatica a scaldarsi il latte, una volta si è scolato gli spaghetti in bianco con lo scolapasta messo al contrario.

Luisa passerebbe intere giornate al telefono, Paolo telefona solo per intervenire in diretta a “Goal di Notte”.

Da Paolo ma soprattutto da Luisa sono usciti fuori Letizia, Roberta e Giancarlo, in ordine rigorosamente cronologico, e in misura diversa tutti e tre abbiamo preso qualcosa dai due soggetti in questione. Servono esempi, ora, capirete meglio.

Marzo 1959: Luisa vive a Terni con i genitori, Paolo a Massa Martana. I due hanno appena iniziato a “fare l’amore” (leggi frequentarsi, nel 2008) ma lo fanno in assoluta clandestinità perché Nonno Giovanni è affetto da gelosia fulminante. Nel senso che può fulminare chiunque insidi la figlia. Un bel giorno a Giovanni viene riferito dell’imminente fidanzamento di Luisa, a cui da quel momento viene impedito di uscire di casa. All’indomani, con Giovanni impegnato alle Acciaierie, Luisa corre a un posto telefonico pubblico e chiama il bar di Massa Martana per parlare col fidanzato. E’ in lacrime, disperata, nulla ha più senso per lei e teme che il loro amore stia per svanire. “Paolo, non sai cosa è successo, ti prego aiutami”, singhiozza lei. “Cos’è successo?”, ribatte lui fingendo interesse. “Paolo, papà sa tutto…”, spiega lei tra una lacrima e l’altra. “Beh, allora portatelo a Lascia o Raddoppia, chiude lui...

Luglio 1982: Luisa sta stirando mentre l’Italia di Brunoconti fa fuori il Brasile ai Mondiali di Spagna. Fuori sono 40 gradi ma poco importa, Paolo pretende che si rispetti la cabala e impone alla famiglia di ripetere tutte le abitudini vincenti: TUTTE. Luisa stirerà anche per la semifinale con la Polonia e per 90 minuti filati in occasione della finale con la Germania.

Novembre 1997: Matrimonio di mia sorella Roberta, in Piemonte, le uniche nozze della faMigliola dopo quelle (1961…) di Paolo e Luisa. Alla cerimonia e poi al pranzo vengono invitate non più di una ventina di persona: è il momento del taglio della torta, l’unico barlume di solennità di un pranzo altrimenti sobrio. Siamo tutti a tavola, anzi no, manca Paolo: ci si interroga su dove possa stare, ci penso io a tranquillizzare tutti e lo vado a recuperare. Io so dov’è. Paolo è in macchina per seguire alla radio gli ultimi minuti di Roma-Vicenza, partita tra l’altro senza alcun interesse per la Roma. Nelle foto ricordo, Paolo ci sarà ma visibilmente giù di corda: il Vicenza aveva segnato il gol del 2-2 al 92’.

Ottobre 2002: Mi sono trasferito a Bologna da due anni e Luisa non riesce più a preoccuparsi come quando mi teneva sotto controllo: io da lontano evito di comunicarle tensioni, stress, paure ed eventuali problemi, ogni occasione è buona perché lei mi domandi: “Gianca, va tutto bene?”. Il primo negozio che visitavo, ogni volta che tornavo a Roma, era “Revolver”, negozietto di dischi a 10 minuti da casa che mi ricordava tanto quello sgarrupato di “Alta Fedeltà”. Andai da Revolver e come sempre acquistai. Due giorni dopo Luisa mi incrocia dentro casa, mi prende sottobraccio e mi porta nella sua camera. Ha lo sguardo preoccupato. “Ieri ho trovato uno scontrino con la scritta Revolver, cosa vuol dire?”. Temeva fossi entrato in una cellula bolognese delle Brigate Rosse, probabilmente: “Che ne so ora, chi frequenti...” fu la sua reazione di fronte alle mie risate scomposte. L’avesse trovato Paolo, quello scontrino, mi avrebbe rimproverato perchè il revolver l’avrei potuto comprare senza IVA, se glielo avessi chiesto prima…

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