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lunedì 5 dicembre 2011

Grazie Roma

Sono stato a Roma due giorni, per "festeggiare" il mio compleanno. Due giorni di nulla e di tutto, perché nulla ho fatto e tutto ho capito. Mi sono riposato, fatto coccolare da mia madre oltre ogni dignità, e camminato tanto per Roma, spesso sotto l'acqua.

Sono anche andato a correre e come sempre, quando corro, il flusso di pensieri nella mia testolina ha iniziato a scorrere come non mi succede di solito. Bello. Fluido. Limpido.

Ad esempio, ho riflettutto sul fatto che sto confondendo il fine col mezzo della mia vita, e che se lo scopo del gioco è quello di stare bene io al momento non ho alcuna possibilità di vincere. Neanche stessi mettendo gli alberghi sulla stazione nord... Voglio fare il postino a Cervia, l'impiegato del catasto a Courmayer.

E poi però uscire dal mio sfigato posto di lavoro e respirare aria buona, andare a leggere un libro in spiaggia anche a novembre, correre tutti i giorni in posti che ti fanno stare bene. E non ti angosciano. Mi sento tutto di un colpo vecchio, patetico e retorico, ma tant'è. E mi piace. Tre mesi a Milano, in mezzo a smog, feste scudetto e Champions, aperitivi compulsivi e prostitute settantenni sotto casa, questo hanno prodotto. Un figlio dei fiori a scoppio ritardato, con infiniti effetti collaterali che non starò qui a descrivere. Colgo l'occasione per ringraziare i Gym Class Heroes e Greg e Lillo. I primi, autorevole gruppo hip-hop/funky (avete presente la cover di Breakfast in America?), sono la dimostrazione (confortante) che non ho ancora consumato tutta la musica bella disponibile al mondo. Ogni tanto questa paura mi prende, come quando Peppino de Filippo (compositore in un film) iniziava a intonare un motivetto e poi si accorgeva che era l'inno di mameli o la quinta sinfonia di beethoven... ("l'hanno fatte tutte, quelle belle, non ne hanno lasciata nessuna..."). Greg e Lillo, invece, mi concedono mezzora di sorriso permanente con il loro "610", tanto che il grande capo indiano Estiqaaatsi è ormai la mia unica guida spirituale. (scendo) Alla prossima...

Ah, splendido quarantenne è un ossimoro. O più probabilmente una cazzata...

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